L'architettura alfieriana "di corte" @ Il terzo Ampliamento barocco

da Archivio storico Città di Torino

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L'architettura alfieriana "di corte"

Il progetto riscatta la piazza dal tradizionale disordine del mercato, il Palazzo di Città perde il suo carattere secentesco di individualità rispetto all'intorno e l'architettura alfieriana ripropone lo schema della severa architettura "di corte". L'intervento, reso complesso dalla necessità di rettificare i fili delle cortine e al contempo addossarsi a parti di edifici preesistenti, comporta una geometria perfetta e simmetrica che definisce per la piazza una sorta di scatola uniforme basata sul porticato. Si rinforza l'asse centrato sul municipio e si prolunga lungo la via, verso Piazza Castello. Si introduce un rigore dato dall'assoluto rispetto degli assi di simmetria e dall'omogeneità del trattamento delle facciate.

Il disegno autografo (conservato all'archivio storico di Torino) evidenzia le parti della preesistenza rettificate e segna un porticato di filtro su via Milano (mai realizzato), simmetrico a quello su via Garibaldi.

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